Un ottimo tool per capire nel proprio settore il mix giusto di Keyword è LinkResearchTool del austriaco Cemper.
Inserendo i top player delle SERP nel settore, il tool di analizza i loro link , e ti fa vedere in che percentuale loro usano le ancore suddivise in :
Money Keyword
Compund
Brand
Neutre
con questi dati uno si puo orientare , dosando le ancore nel modo giusto.
Ammetto la mia grossa ignoranza, non avevo mai sentito questo tool (che è ultra referenziato). Per quanto possa essere formidabile, però, 369$ al mese sono un pò tantini 😀 Comunque ottima segnalazione, grazie!
Mmmm ok, mi piace molto questo post, ma fondamentalmente io farei un ragionamento inverso,
perchè non facevate così anche prima?
Io cerco di ragionare in questi termini dal 2007, anno delle prime importanti penalizzazioni dovute alla link building 😀
Probabilmente è colpa mia che ho sempre pensato alla gloria e poco ai soldi, ma calcare troppo il gomito è inevitabilmente pericoloso, superare il 40% era rischioso e sconsigliabile anche 1 anno fa, questi discorsi post-penguin mi fanno un po’ ridere a volte.
Sembrano più una confessione a volte.
Cmq grandissimo Danilo che hai creato queste argomentazioni così da iniziare magari una bella discussione collettiva 😀
A mia discolpa posso dire che nel 2007 andavo alle superiori 😀 😀 A parte gli scherzi, io ho sempre applicato le idee che ho esposto nell’articolo. Fortunatamente Penguin è stata una conferma alle nostre tecniche, tanto che non abbiamo avuto praticamente nessun cliente penalizzato a causa delle nostre attività SEO (anzi, abbiamo dovuto risolvere situazioni critiche causate da altri). Alla fine, credo, è solo una questione di buon senso: è logico pensare che Google preferisca la naturalità. Una grande quantità di anchor text in entrata tutti uguali non sono assolutamente naturali, quindi, a rigor di logica, è più utile e sensato variare le ancore cercando di “Imitare” una situazione naturale. Tutto questo implica la necessità di fare link building manuale (altrimenti sarebbe necessario developpare un software molto più avanzato di Scrapebox) perché solo facendo link 100% a mano è possibile variare le ancora in base all’esperienza e alle circostanze.
Io ho esposto una teoria che può essere tranquillamente confutata (se qualcuno mi porta un esempio concreto con dati alla mano sarei contentissimo di cambiare idea!) ma finora ha sempre funzionato. Anche se è molto complesso e faticoso, sarebbe interessante fare dei test approfonditi del tipo: se il 60%+ delle ancore fosse neutra che accadrebbe? Se io ho il 70% di ancore “clicca qui” questo causa la stessa penalizzazione del caso in cui ho il 70% di ancore “Key esatta”? E, inoltre, se io ho 3 link in entrata di cui 1 neutro e 2 “key esatta”, matematicamente ho il 66% di ancore esatte.. vengo penalizzato? Se non vengo penalizzato perché i link sono effettivamente troppo pochi, quando inizia a scattare il filtro? Da 20 link totali? 40? 100?
A caldo così vi dico subito che io gli ho insegnato a differenziare 🙂 , ma diciamo che é talmente bravo che lo posso perdonare. Poi vi faccio sapere sul resto 🙂
lo so cucciolo, anzi scusa, non sono stato preciso.. era una battuta sul fatto che proprio per questo non dovremmo trovarci siti con così tanti anchor uguali 🙂
se no adriano, che già mi vede come uno degli spammer professionisti più affermati, crede che voglia evangelizzare il male 😀
per il resto anzi,come sempre oltre qualsiasi aspettativa. un post degno di un veterano
ma per quanto riguarda eventuali aggiunte ci sto ancora ragionando. devo fare dei calcoli sul mio archivio storico
Io sto testando sul mio blog con una “coda lunga” commerciale, linkando l’homepage con tre key miste. Per ora sono in sesta posizione di Google con la key di lunga coda geolocalizzata e in seconda pagina con la lunga coda. Come dice spesso Benedetto Motisi, fare una linkbuilding “leggermente” trasandata é ideale.
Ho capito a quale keyphrase ti riferisci, tienici aggiornati perché è interessante. Tralaltro avrai notato che per la key secca non-geolocalizzata, ho fatto un pò di prove e c’è la homepage di espertoseo in prima pagina senza la keyword nel title (siamo gli unici nella prima pagina di quella SERP col title neutro)
Scusa Daniele ma è fin troppo evidente la key di cui stiamo parlando, basta guardare il title del tuo blog 😀 A questo punto la diciamo, anche perché è un bel risultato, per “Consulente SEO Roma” Daniele ha un buon 6° posto. Noi, invece, siamo 9° per “Consulente SEO” senza avere la key nel title 🙂 Gran parte del lavoro lo fa comunque il dominio che è storicamente semanticizzato sulla SEO.
Scusate l’intromissine che vuol dire “key secca non-geolocalizzata” che differenza c’e tra geolocalizzata e non. e che differenze può fare in Serp Grazie 🙂
Con key secca geolocalizzata intendo una chiave “ricercata” in una determinata località (nazione, città, regione ecc) come ad esempio “agriturismo a TERNI” – “consulente seo ROMA” – “corsi seo a Milano” (in questi casi, invece, le key non geolocalizzate sarebbero state “agriturismo” – “consulente seo” – “corsi seo”). Sulla differenza in SERP (e lato SEO) delle key localizzate lascio la parola a Emanuele che sul local ti può rispondere sicuramente molto meglio me
In serp fa la differenza per un semplice motivo:
Se provi a posizionarti con “Hotel Alghero”, per assurdo troverai molta più difficoltà nel posizionarti rispetto a “Hotel”
Semplicemente perchè per la chiave “Hotel” nessun sano di mente investe un euro
Mentre ad Alghero ci sono almeno 200 alberghi che vogliono essere in prima pagina per la chiave localizzata “Hotel Alghero”, ma i risultati, compresi i places, non possono superare i 17 in serp
Conclusione:
Se tu oggi apri un sito e ci sono già 17 strutture che sono in prima pagina per la chiave in questione, che hanno un’anzianità di almeno un anno di lavoro su questa, non hai matematicamente nessuna possibilità di posizionarti, a meno che:
* Uno dei competitor chiuda
* Uno dei competitor usi Aruba come Hosting 🙂
* Uno dei competitor subisca negative seo
* Uno dei competitor esageri in link building innaturale o scorretta
* Uno dei competitor sottovaluti i fattori seo dei competitor che prescindono dall’anzianità del dominio e dalla eventuale EMD
* MOLTI ALTRI FATTORI…
SUGGERIMENTI:
* Creare contenuti onpage per chiave più competitiva
* Eseguire una link building sulla long tail
Il risultato è duplice e favorisce la copertura semantica di più città limitrofe, soprattutto se il progetto viene sostenuto da profili social che indichino l’esatta locazione della struttura
Il tutto è trasportabile su vari settori, fino a persone fisiche, nel caso di omonimie ad esempio, di cui mi sono occupato diverse volte
La cosa più bella è sempre quella di ottenere un risultato, anche piccol. tanti piccoli insieme ne fanno uno grande. Pensa ad un sito di news come repubblica, a parte il traffico di massa sulla notizia dell’ultima ora, il grosso, ce l’hanno dagli innumerevoli contenuti che hanno prodotto negli anni. Pensa ora a un tuo sito, dove hai creato 1000 contenuti, di cui ognuno ti fa una sola visita al giorno 🙂
Uno spettacolo.. questo non è seo, ma rudimenti di matematica arrugginiti
Caro Danilo, era da tempo che non mi soffermavo in un post tanto lungo ed informativo, quindi non solo avrai il link di condivisione ma avrai anche un nuovo follower ed un giudizio personale in merito al tuo articolo:
Quando si dice creare contenuti originali, mi sembra che qui ne hai dato il massimo esempio.
Apprezzo molto il tuo modo “concreto” e “pratico” di spiegare la teoria degli anchor, cosa che vedo fare sempre meno e sempre peggio. Ho preso molti spunti dal tuo articolo tanto che andrò a rivedere alcune strategie di link building che hanno bisogno di un upgrade.
Stabilire una percentuale di “anchor naturali” ovviamente è difficile ma in questo clima di cambiamenti vale davvero la pena fare un tentativo e rivedere i link che si ricevono.
P.s. riguardo al fatto che hai abbandonato il tuo blog, da un lato sono contento perchè non ti avevo mai letto prima e adesso ho conosciuto un collega grazie anche a quel birbante di Emanuele Tolomei che saluto.
Ciao a tutti. Mi sono imbattuto anch’io n questo post interessante articolo. E vorrei dare anch’io il mio contributo. Non sono troppo convinto che variare il singolare e plurale oppure inserire la preposizione in mezzo funzioni (es. fabbricati legno e fabbricati in legno) Credo che se Google indicizza nelle serp le stesse pagine sia che siano al plurale che al singolare, analogamente possa interpretare questi anchor text come fortemente correlati tra loro e quindi li associa in qualche modo.
Personalmente quando ho lavorato per il posizionamento di un sito ecommerce per una keyword molto competitiva ho seguito questa ricetta (50% dei link sulla parola chiave principale, 10% sul nome di dominio, 10% su anchor text sporchi (es. clicca qui, vai al sito, ecc), 30% su parole chiave correlate della long tail)
Beh ha funzionato benissimo. Quella parola chiave adesso è primo risultato (si tratta di una keyword da 7000000 di risultati circa) e molte parole correlate sono nelle prime 3 posizioni
Complimenti per l’articolo (mi ripropongo di leggere anche i link segnalati).
Non ho ben capito la citata percentuale del 60% . Si intende che prima di penguin era la percentuale fino alla quale si poteva arrivare con anchor text esatti ? Se sì, personalmente mi sembra un po’ altina.
*****************
Mi sono sempre chiesto se non sia da valutare anche il sito donante (oltre al necessaria naturalezza del mix di anchor text che hai trattato abbondantemente), tu mi pare che accenni alla qualità all’inizio del post (oltre che quantità)
Nel senso che anche nell’esempio dell’articolo si parla di directory, article marketing etc.
Google credo che sia benissimo in grado di capire con che sito ha a che fare (quando vede un link): se sono in una directory (vedrà nel title “directory”, “inserisci il tuo sito”, footprint tipo powered by PHPld, url tipo choosepack.html etc), se article marketing vedrà nel title (comunicati stampa, article marketing, pubblica il tuo articolo e via dicendo).
Mi chiedo se sia naturale un profilo di link building (che magari ha un ottimo mix di anchor text) ma i cui link provengono in alta percentuale da CS/AM e directory ? cosa c’è di naturale in un link che proviene da una directory o da un articolo su un sito di comunicati stampa ?
Io personalmente ho notato per 2/3 lavori che ho fatto recentemente piccoli problemi.
1)
Personalmente ho anche dei dubbi per quanto riguarda la situazioni in cui il dominio nome attività mescolato alla keyword tipo:
Keyword + NomeAttività .ext
armeria pinco.it
hotel pallino.com
ho idea che un’alta percentuale di link con “keyword + nome” nell’anchor dei link (specialmente da siti come directory) stia iniziando a diventare problematica per questi tipi di sito (anche se è il dominio stesso a contenere la keyword, anche se non è un EMD propriamente detto)
Per un lavoro fatto recentemente ho messo un 30% di anchor text come
Keyword + nome per sito con dominio Keyword competitiva + nomeattività .ext (armeria + pinco per armeriapinco .tld)
ed anche questo dopo una comparsata tra i primi 10 con keyword competitiva è sceso adesso tra la 3 e la 4 pagina (mentre il sito globalmente va molto bene con tutte le keyword).
Mi resta il dubbio che quei link “keywordcompetitiva + attività” siano troppi essendoci la keyword (anche se è il dominio essenzialmente quello).
2)
Per un’altro sito ho messo alcuni link (pochi rispetto al totale direi <5% ) con anchor text
NomeAttività + Keyword
dove il dominio è NomeAttività.it
Questo dopo una comparsata di qualche giorno in home per "keyword" è sparito (anche se la % di questi link rispetto al totale era molto bassa).
3) un terzo lavoro fatto per beneficenza con un'altra persona: dal 2° posto per "keyword + località" dove è stato per un anno il sito in questione è passato nell'arco di un mese in seconda pagina
Di anchor text esatti neanche uno, solo 3/4 con keyword mixata in vari modi al nome dall'attività (globalmente parliamo di una % di questi link inferiore al 5/10%)
Solo che i link quasi tutti da directory (perchè non c'era budget)
Anche qui ho il dubbio che sebbene non ci sia un anchor text esatta sia scattato qualcosina dovuto al mix directory/anchor text mixati.
L'idea che mi sto facendo io è che penguin sia in realtà molto sofisticato di quello che comunemente di pensa e che tenga conto di tanti fattori tra cui
1) sicuramente del profilo degli anchor text e che ragionare in termini di % di anchor text esatto al di sotto di una certa soglia sia molto riduttivo.
2) natura e qualità del sito donante
3) probabilmente Google tiene conto del settore merceologico (in alcuni settori scatta prima di altri)
Ciao a tutti, sono Roberto di Seospecialistitalia.it . Complimenti per l’ articolo, se non altro per l’ ottima discussione che ne è venuta fuori.
rispondo a michele riportando quello che dice in questa pagina Google sugli schemi di link https://support.google.com/webmasters/answer/66356?hl=it , e cioè richiama tra le altre cose che è considerato uno schema di link non conforme alle proprie regole una “Campagne di marketing di articoli o di pubblicazione degli ospiti su larga scala con link di anchor text pieni di parole chiave”.
Ne vien fuori che non considera un seme malato l’ article marketing che ospita, ma considererà spammer te che scrivi articoli e comunicati solo per utilizzare ancor text in esatto o parziali.
Gli article marketing sono un mezzo pubblicitario, è l’ abuso che se ne fa che viene penalizzato.
Inoltre recita questo :” Inserzioni o pubblicità nativa che prevedono la ricezione di un pagamento per gli articoli che includono link per trasferire il PageRank” , eviterei i guestpost che spudoratamente hanno scritto che in cambio di soldi danno backlink.
ancora dice che considera non a norma questa pratica : “Link ampiamente diffusi nei piè di pagina di vari siti” se siete ancora salvi utilizzando questa pratica, attenti che il fatto di poter segnalare siti a google può mettere il vostro sito sotto indagine se lo utilizzate come metodo.
Google dice ampiamente che se volete fare queste pratiche perchè vi piace fare la pubblicità cosi, dovete assolutamente usare il rel nofollow per interagire con gli utenti non con gli spider.
Molti seo non si rendono conto che se google apporta modifiche all’ algoritmo è proprio perchè ci son troppe persone che si credono furbe.
Si ok ! potrà andar bene per 6 mesi, per 1 anno, magari come capitò a me nel 2003 per 2 anni, ma poi lo prendi nel BIP di sicuro.
Google e la seo sono due facce della stessa medaglia, google non vivrebbe senza seo e viceversa. google ha bisogno di dare agli utenti delle sue serp risultati sempre freschi belli e puliti e realmente utili e dunque va a nozze con l’ ottimizzazione seo. Quello che odia è essere preso per il bip.
Molti parlano di penguin, ma dovrebbero avere più paura dei quality rater, che sono uomini e sono stati inseriti nel processo. L’ algoritmo individua un gruppo di pagine sospette e i quality fanno il resto, se sei ok vai avanti se non sei ok, lo hai preso nel bip. Ed il fatto di avere domini in esatto, o anche parziali, non vi sembra gia un operazione NON naturale ? insomma io mica mi chiamo seo specialist, la mia società si chiama seo specialist Italia, ed è giusto che sia in 1° posizione per il mio brand……. Danilo, mica il tuo nome è Esperto seo ? come mai ti trovi li ? lo trovi naturale ? io non credo. Credo che sia giusto che in quella posizione ci sia davvero il miglior esperto seo, non che tu non lo sia, lunge da me questo pensiero non offenderti, ma tra le migliaia di esperti seo che esistono al mondo credo che quella posizione non ti appartenga, debba appartenere ad un sito informativo che dica cosa fa un esp. seo, chi sono gli esperti e cose del genere che sia utile insomma. Ho detto questo esempio giusto per farvi riflettere sul fatto che io non potrò mai essere naturale se ho una keyword nel dominio, comunque essa sia, e che dunque probabilmente se ho sempre bisogno di fare operazioni sul mio sito a livello di backlink non è perchè gli altri fanno questo e quello o perchè google ha cambiato algoritmo, è semplicemente per il fatto che la NON naturalezza non è partita dai tuoi backlink, ma dal tuo dominio. Ho posizionato siti anni fa che hanno superato panda pinguin orsi bruni fenicotteri e orsacchiotti…….. e sono sempre li e ti posso giurare che non ci lavoro da anni.
un saluto a tutti nessuno si offenda Roberto
Ti devo chiedere scusa Danilo, ho parlato senza conoscere le cose, non ero mai entrato nel sito esperto seo e solo ora noto che la tua società si chiama esperto seo srl, dunque scusa , ma quel posto è logico che sia tuo. un saluto Roberto
Concordo sul fatto che un profilo di link che contiene molte directory/comunicati non può essere definito naturale di per sé, però se Google incominciasse realmente a penalizzare questo tipo di link crollerebbe il 95% del mercato SEO (e di conseguenza anche AdWords 😉 Ecco perché Google ci va piano con queste cose).
Sul fatto della complessità di Penguin mi trovi pienamente d’accordo. Il caso studio di cui ho parlato nel post, tralaltro, ancora non si è risolto (tre ore fa ho fatto la prima richiesta di riconsiderazione a Google). Non mi era mai successo un caso così particolare: sembra a tutti gli effetti una penalizzazione derivante da anchor text troppo manipolati (anche se, per tentare di risolvere, ho tentato di fare altri link molto neutrali per compensare, ma sembra che non sia servito a nulla). Oggi ho fatto la richiesta, se dovessi ricevere una risposta interessante da Google, forse ci faremo un altro articolo!
ps. sul fatto del settore merceologico sono anche qui d’accordissimo: ho trovato personalmente dei settori estremamente lenti nel muoversi e “aggiornarsi” (anche se competitivi) mentre altri molto ma molto veloci (con la stessa competitività). Per essere precisi, nel caso studio che ho citato, il settore sembra estremamente lento (la SERP è identica da due mesi (nonostante grandi attività SEO anche dei competitor)).
Vedremo 😀
Emanuele ottimo articolo, ultimamente stò monitorando da tempo la percentuale dei “link” oltre alla differenziazione per capire anche il peso dato dai link a Google. Per test o altro sempre a disposizione.
Articolo abbastanza lungo ma che non fa stancare chi lo legge quindi complimenti a Danilo. Naturalmente ci sarebbero altri fattori da mettere in gioco e quel 60% non è legge: se dovessi aggiungere qualcosa direi che va anche “pesato” il link dofollow-nofollow oltre al fatto di non linkare sempre e solo la stessa pagina. Ci sta che non venga scritto tutto come giustamente dice Danilo “sei un nostro potenziale competitor nel mercato SEO!”. Mi permetto di aggiungere anche che le tecniche di ancoraggio dipendono anche dal settore in esame e dalla competività. Naturalmente non ci sono regole assolute scritte ma studi, analisi che portano a delle considerazioni personali anche perchè ognuno è libero di credere e applicare le proprie regole perchè alla fine alla lunga vale sempre e solo il risultato. A tutto c’è un perchè e magari ancorare parole come “gesù” o “dio” avranno anche un SEO significato oltre quello cristiano… :D.
L’importante è sempre avere la padronanza del giocattolo, la consapevolezza di ciò che si sta facendo e il “planning a 360°” sotto controllo in maniera tale da poter capire cosa e come cambiarla in qualunque momento stando molto attenti al transition rank. Per il resto mi baso su tecniche di posizionamento ben diverse dalla norma e mi riconosco totalmente in questa frase di Emanuele che copio per l’occasione “io ragiono da solo senza tirare in ballo nessuno, semplicemente perchè tutti mi attaccherebbero, visto che il mio pensiero è del tutto opposto a quanto scritto in qualunque CAZZO di linea guida di Google o in qualunque MERDA di codice etico.”.
Grazie per il contributo carissimo. Felice di sapere che la SEO sfera non è cosparsa di puri coglioni, ma anche di lupi solitari che ogni tanto fanno capolino, nonostante, come nel tuo caso, non hanno nulla da dimostrare 🙂
Ciao Emanuele…. da lupo solitario si riesce a navigare nelle serp oscure e osservare meglio tutto e tutti. Si sporge appena il capo oltre un riparo per guardare qualcosa o qualcuno, possibilmente senza essere notati: perdi di branding ma riesci a distruggere altre tappe fondamentali. Siamo ricercatori… ma pochi riescono a percepirlo.
Mi permetto di intromettermi sul post di Danilo circa la serp per “Consulente SEO Roma” e “Consulente SEO”, l’output di ricerca dipende anche da dove la ricerca stessa viene fatta. Se fai una ricerca da Palermo (google geocalizzato) la serp è diversa rispetto a Roma. Naturalmente se proxy (no google geocalizzato) la serp cambia nuovamente.
Piccola correzione rispetto a quanto scritto da Danilo “Noi, invece, siamo 9° per “Consulente SEO” senza avere la key nel title”….. la key è presente nel titolo ma naturalmente non è questo che porta li il sito in quella posizione.
Faccio solo una piccola precisazione: quando ho scritto l’articolo e ho detto che eravamo 9°, non c’era “Consulente” nel title di EspertoSEO (è arrivato qualche settimana dopo e infatti abbiamo acquistato un pò di posizioni).
Quando eravamo 9° il title era “Esperto SEO – Ottimizzazione di siti per i motori di ricerca” e la parola consulente non era presente neanche nel content 😉
Danilo figurati…. mi sono permesso di segnalare la piccola correzione per chi magari leggeva e poi riscontrava un qualcosa di diverso in serp. Immaginavo fosse stato cambiato dopo….;) , non avrebbe avuto senso da parte tua scrivere una qualcosa non vera tra l’altro facilmente riscontrabile. Naturalmente sai che inserendo “consulente” è stato come mettere la ciliegina…. ma l’importante è la torta. Ciao!
Alessandro
Un ottimo tool per capire nel proprio settore il mix giusto di Keyword è LinkResearchTool del austriaco Cemper.
Inserendo i top player delle SERP nel settore, il tool di analizza i loro link , e ti fa vedere in che percentuale loro usano le ancore suddivise in :
Money Keyword
Compund
Brand
Neutre
con questi dati uno si puo orientare , dosando le ancore nel modo giusto.
Danilo Petrozzi
Ammetto la mia grossa ignoranza, non avevo mai sentito questo tool (che è ultra referenziato). Per quanto possa essere formidabile, però, 369$ al mese sono un pò tantini 😀 Comunque ottima segnalazione, grazie!
SEO e Posizionamento Sui Motori di Ricerca
Gran bel lavoro e bel post, come sempre, i miei complimenti ad entrambi, lo condivido sulla pagina fan di monetizzando!
A. De Arcangelis
Mmmm ok, mi piace molto questo post, ma fondamentalmente io farei un ragionamento inverso,
perchè non facevate così anche prima?
Io cerco di ragionare in questi termini dal 2007, anno delle prime importanti penalizzazioni dovute alla link building 😀
Probabilmente è colpa mia che ho sempre pensato alla gloria e poco ai soldi, ma calcare troppo il gomito è inevitabilmente pericoloso, superare il 40% era rischioso e sconsigliabile anche 1 anno fa, questi discorsi post-penguin mi fanno un po’ ridere a volte.
Sembrano più una confessione a volte.
Cmq grandissimo Danilo che hai creato queste argomentazioni così da iniziare magari una bella discussione collettiva 😀
Danilo Petrozzi
A mia discolpa posso dire che nel 2007 andavo alle superiori 😀 😀 A parte gli scherzi, io ho sempre applicato le idee che ho esposto nell’articolo. Fortunatamente Penguin è stata una conferma alle nostre tecniche, tanto che non abbiamo avuto praticamente nessun cliente penalizzato a causa delle nostre attività SEO (anzi, abbiamo dovuto risolvere situazioni critiche causate da altri). Alla fine, credo, è solo una questione di buon senso: è logico pensare che Google preferisca la naturalità. Una grande quantità di anchor text in entrata tutti uguali non sono assolutamente naturali, quindi, a rigor di logica, è più utile e sensato variare le ancore cercando di “Imitare” una situazione naturale. Tutto questo implica la necessità di fare link building manuale (altrimenti sarebbe necessario developpare un software molto più avanzato di Scrapebox) perché solo facendo link 100% a mano è possibile variare le ancora in base all’esperienza e alle circostanze.
Io ho esposto una teoria che può essere tranquillamente confutata (se qualcuno mi porta un esempio concreto con dati alla mano sarei contentissimo di cambiare idea!) ma finora ha sempre funzionato. Anche se è molto complesso e faticoso, sarebbe interessante fare dei test approfonditi del tipo: se il 60%+ delle ancore fosse neutra che accadrebbe? Se io ho il 70% di ancore “clicca qui” questo causa la stessa penalizzazione del caso in cui ho il 70% di ancore “Key esatta”? E, inoltre, se io ho 3 link in entrata di cui 1 neutro e 2 “key esatta”, matematicamente ho il 66% di ancore esatte.. vengo penalizzato? Se non vengo penalizzato perché i link sono effettivamente troppo pochi, quando inizia a scattare il filtro? Da 20 link totali? 40? 100?
Emanuele Tolomei
A caldo così vi dico subito che io gli ho insegnato a differenziare 🙂 , ma diciamo che é talmente bravo che lo posso perdonare. Poi vi faccio sapere sul resto 🙂
Danilo Petrozzi
Nei post non lo preciso più perché ormai lo sanno tutti che la maggiorparte delle cose che scrivo mi sono state insegnate 😀
Emanuele Tolomei
lo so cucciolo, anzi scusa, non sono stato preciso.. era una battuta sul fatto che proprio per questo non dovremmo trovarci siti con così tanti anchor uguali 🙂
se no adriano, che già mi vede come uno degli spammer professionisti più affermati, crede che voglia evangelizzare il male 😀
per il resto anzi,come sempre oltre qualsiasi aspettativa. un post degno di un veterano
ma per quanto riguarda eventuali aggiunte ci sto ancora ragionando. devo fare dei calcoli sul mio archivio storico
Daniele Trombetti
Io sto testando sul mio blog con una “coda lunga” commerciale, linkando l’homepage con tre key miste. Per ora sono in sesta posizione di Google con la key di lunga coda geolocalizzata e in seconda pagina con la lunga coda. Come dice spesso Benedetto Motisi, fare una linkbuilding “leggermente” trasandata é ideale.
Danilo Petrozzi
Ho capito a quale keyphrase ti riferisci, tienici aggiornati perché è interessante. Tralaltro avrai notato che per la key secca non-geolocalizzata, ho fatto un pò di prove e c’è la homepage di espertoseo in prima pagina senza la keyword nel title (siamo gli unici nella prima pagina di quella SERP col title neutro)
Emanuele Tolomei
ricordati di dirmi qual’è, io non la so
Danilo Petrozzi
Scusa Daniele ma è fin troppo evidente la key di cui stiamo parlando, basta guardare il title del tuo blog 😀 A questo punto la diciamo, anche perché è un bel risultato, per “Consulente SEO Roma” Daniele ha un buon 6° posto. Noi, invece, siamo 9° per “Consulente SEO” senza avere la key nel title 🙂 Gran parte del lavoro lo fa comunque il dominio che è storicamente semanticizzato sulla SEO.
pasquale
Scusate l’intromissine che vuol dire “key secca non-geolocalizzata” che differenza c’e tra geolocalizzata e non. e che differenze può fare in Serp Grazie 🙂
Danilo Petrozzi
Con key secca geolocalizzata intendo una chiave “ricercata” in una determinata località (nazione, città, regione ecc) come ad esempio “agriturismo a TERNI” – “consulente seo ROMA” – “corsi seo a Milano” (in questi casi, invece, le key non geolocalizzate sarebbero state “agriturismo” – “consulente seo” – “corsi seo”). Sulla differenza in SERP (e lato SEO) delle key localizzate lascio la parola a Emanuele che sul local ti può rispondere sicuramente molto meglio me
Emanuele Tolomei
In serp fa la differenza per un semplice motivo:
Se provi a posizionarti con “Hotel Alghero”, per assurdo troverai molta più difficoltà nel posizionarti rispetto a “Hotel”
Semplicemente perchè per la chiave “Hotel” nessun sano di mente investe un euro
Mentre ad Alghero ci sono almeno 200 alberghi che vogliono essere in prima pagina per la chiave localizzata “Hotel Alghero”, ma i risultati, compresi i places, non possono superare i 17 in serp
Conclusione:
Se tu oggi apri un sito e ci sono già 17 strutture che sono in prima pagina per la chiave in questione, che hanno un’anzianità di almeno un anno di lavoro su questa, non hai matematicamente nessuna possibilità di posizionarti, a meno che:
* Uno dei competitor chiuda
* Uno dei competitor usi Aruba come Hosting 🙂
* Uno dei competitor subisca negative seo
* Uno dei competitor esageri in link building innaturale o scorretta
* Uno dei competitor sottovaluti i fattori seo dei competitor che prescindono dall’anzianità del dominio e dalla eventuale EMD
* MOLTI ALTRI FATTORI…
SUGGERIMENTI:
* Creare contenuti onpage per chiave più competitiva
* Eseguire una link building sulla long tail
Il risultato è duplice e favorisce la copertura semantica di più città limitrofe, soprattutto se il progetto viene sostenuto da profili social che indichino l’esatta locazione della struttura
Il tutto è trasportabile su vari settori, fino a persone fisiche, nel caso di omonimie ad esempio, di cui mi sono occupato diverse volte
Emanuele Tolomei
Altrochè direi 🙂
La cosa più bella è sempre quella di ottenere un risultato, anche piccol. tanti piccoli insieme ne fanno uno grande. Pensa ad un sito di news come repubblica, a parte il traffico di massa sulla notizia dell’ultima ora, il grosso, ce l’hanno dagli innumerevoli contenuti che hanno prodotto negli anni. Pensa ora a un tuo sito, dove hai creato 1000 contenuti, di cui ognuno ti fa una sola visita al giorno 🙂
Uno spettacolo.. questo non è seo, ma rudimenti di matematica arrugginiti
pasquale
Grazie ragazzi spiegazione perfetta. +++++
pasquale
Dimenticavo Ottimo Blog 🙂
Antonio Mecca
Caro Danilo, era da tempo che non mi soffermavo in un post tanto lungo ed informativo, quindi non solo avrai il link di condivisione ma avrai anche un nuovo follower ed un giudizio personale in merito al tuo articolo:
Quando si dice creare contenuti originali, mi sembra che qui ne hai dato il massimo esempio.
Apprezzo molto il tuo modo “concreto” e “pratico” di spiegare la teoria degli anchor, cosa che vedo fare sempre meno e sempre peggio. Ho preso molti spunti dal tuo articolo tanto che andrò a rivedere alcune strategie di link building che hanno bisogno di un upgrade.
Stabilire una percentuale di “anchor naturali” ovviamente è difficile ma in questo clima di cambiamenti vale davvero la pena fare un tentativo e rivedere i link che si ricevono.
P.s. riguardo al fatto che hai abbandonato il tuo blog, da un lato sono contento perchè non ti avevo mai letto prima e adesso ho conosciuto un collega grazie anche a quel birbante di Emanuele Tolomei che saluto.
Complimenti per l’articolo e alla prossima.
Antonio Mecca
luberna
Ciao a tutti. Mi sono imbattuto anch’io n questo post interessante articolo. E vorrei dare anch’io il mio contributo. Non sono troppo convinto che variare il singolare e plurale oppure inserire la preposizione in mezzo funzioni (es. fabbricati legno e fabbricati in legno) Credo che se Google indicizza nelle serp le stesse pagine sia che siano al plurale che al singolare, analogamente possa interpretare questi anchor text come fortemente correlati tra loro e quindi li associa in qualche modo.
Personalmente quando ho lavorato per il posizionamento di un sito ecommerce per una keyword molto competitiva ho seguito questa ricetta (50% dei link sulla parola chiave principale, 10% sul nome di dominio, 10% su anchor text sporchi (es. clicca qui, vai al sito, ecc), 30% su parole chiave correlate della long tail)
Beh ha funzionato benissimo. Quella parola chiave adesso è primo risultato (si tratta di una keyword da 7000000 di risultati circa) e molte parole correlate sono nelle prime 3 posizioni
Emanuele Tolomei
Fantastico Luke, grazie per il tuo preziosissimo contributo 🙂
Michele
Complimenti per l’articolo (mi ripropongo di leggere anche i link segnalati).
Non ho ben capito la citata percentuale del 60% . Si intende che prima di penguin era la percentuale fino alla quale si poteva arrivare con anchor text esatti ? Se sì, personalmente mi sembra un po’ altina.
*****************
Mi sono sempre chiesto se non sia da valutare anche il sito donante (oltre al necessaria naturalezza del mix di anchor text che hai trattato abbondantemente), tu mi pare che accenni alla qualità all’inizio del post (oltre che quantità)
Nel senso che anche nell’esempio dell’articolo si parla di directory, article marketing etc.
Google credo che sia benissimo in grado di capire con che sito ha a che fare (quando vede un link): se sono in una directory (vedrà nel title “directory”, “inserisci il tuo sito”, footprint tipo powered by PHPld, url tipo choosepack.html etc), se article marketing vedrà nel title (comunicati stampa, article marketing, pubblica il tuo articolo e via dicendo).
Mi chiedo se sia naturale un profilo di link building (che magari ha un ottimo mix di anchor text) ma i cui link provengono in alta percentuale da CS/AM e directory ? cosa c’è di naturale in un link che proviene da una directory o da un articolo su un sito di comunicati stampa ?
Io personalmente ho notato per 2/3 lavori che ho fatto recentemente piccoli problemi.
1)
Personalmente ho anche dei dubbi per quanto riguarda la situazioni in cui il dominio nome attività mescolato alla keyword tipo:
Keyword + NomeAttività .ext
armeria pinco.it
hotel pallino.com
ho idea che un’alta percentuale di link con “keyword + nome” nell’anchor dei link (specialmente da siti come directory) stia iniziando a diventare problematica per questi tipi di sito (anche se è il dominio stesso a contenere la keyword, anche se non è un EMD propriamente detto)
Per un lavoro fatto recentemente ho messo un 30% di anchor text come
Keyword + nome per sito con dominio Keyword competitiva + nomeattività .ext (armeria + pinco per armeriapinco .tld)
ed anche questo dopo una comparsata tra i primi 10 con keyword competitiva è sceso adesso tra la 3 e la 4 pagina (mentre il sito globalmente va molto bene con tutte le keyword).
Mi resta il dubbio che quei link “keywordcompetitiva + attività” siano troppi essendoci la keyword (anche se è il dominio essenzialmente quello).
2)
Per un’altro sito ho messo alcuni link (pochi rispetto al totale direi <5% ) con anchor text
NomeAttività + Keyword
dove il dominio è NomeAttività.it
Questo dopo una comparsata di qualche giorno in home per "keyword" è sparito (anche se la % di questi link rispetto al totale era molto bassa).
3) un terzo lavoro fatto per beneficenza con un'altra persona: dal 2° posto per "keyword + località" dove è stato per un anno il sito in questione è passato nell'arco di un mese in seconda pagina
Di anchor text esatti neanche uno, solo 3/4 con keyword mixata in vari modi al nome dall'attività (globalmente parliamo di una % di questi link inferiore al 5/10%)
Solo che i link quasi tutti da directory (perchè non c'era budget)
Anche qui ho il dubbio che sebbene non ci sia un anchor text esatta sia scattato qualcosina dovuto al mix directory/anchor text mixati.
L'idea che mi sto facendo io è che penguin sia in realtà molto sofisticato di quello che comunemente di pensa e che tenga conto di tanti fattori tra cui
1) sicuramente del profilo degli anchor text e che ragionare in termini di % di anchor text esatto al di sotto di una certa soglia sia molto riduttivo.
2) natura e qualità del sito donante
3) probabilmente Google tiene conto del settore merceologico (in alcuni settori scatta prima di altri)
Roberto
Ciao a tutti, sono Roberto di Seospecialistitalia.it . Complimenti per l’ articolo, se non altro per l’ ottima discussione che ne è venuta fuori.
rispondo a michele riportando quello che dice in questa pagina Google sugli schemi di link https://support.google.com/webmasters/answer/66356?hl=it , e cioè richiama tra le altre cose che è considerato uno schema di link non conforme alle proprie regole una “Campagne di marketing di articoli o di pubblicazione degli ospiti su larga scala con link di anchor text pieni di parole chiave”.
Ne vien fuori che non considera un seme malato l’ article marketing che ospita, ma considererà spammer te che scrivi articoli e comunicati solo per utilizzare ancor text in esatto o parziali.
Gli article marketing sono un mezzo pubblicitario, è l’ abuso che se ne fa che viene penalizzato.
Inoltre recita questo :” Inserzioni o pubblicità nativa che prevedono la ricezione di un pagamento per gli articoli che includono link per trasferire il PageRank” , eviterei i guestpost che spudoratamente hanno scritto che in cambio di soldi danno backlink.
ancora dice che considera non a norma questa pratica : “Link ampiamente diffusi nei piè di pagina di vari siti” se siete ancora salvi utilizzando questa pratica, attenti che il fatto di poter segnalare siti a google può mettere il vostro sito sotto indagine se lo utilizzate come metodo.
Google dice ampiamente che se volete fare queste pratiche perchè vi piace fare la pubblicità cosi, dovete assolutamente usare il rel nofollow per interagire con gli utenti non con gli spider.
Molti seo non si rendono conto che se google apporta modifiche all’ algoritmo è proprio perchè ci son troppe persone che si credono furbe.
Si ok ! potrà andar bene per 6 mesi, per 1 anno, magari come capitò a me nel 2003 per 2 anni, ma poi lo prendi nel BIP di sicuro.
Google e la seo sono due facce della stessa medaglia, google non vivrebbe senza seo e viceversa. google ha bisogno di dare agli utenti delle sue serp risultati sempre freschi belli e puliti e realmente utili e dunque va a nozze con l’ ottimizzazione seo. Quello che odia è essere preso per il bip.
Molti parlano di penguin, ma dovrebbero avere più paura dei quality rater, che sono uomini e sono stati inseriti nel processo. L’ algoritmo individua un gruppo di pagine sospette e i quality fanno il resto, se sei ok vai avanti se non sei ok, lo hai preso nel bip. Ed il fatto di avere domini in esatto, o anche parziali, non vi sembra gia un operazione NON naturale ? insomma io mica mi chiamo seo specialist, la mia società si chiama seo specialist Italia, ed è giusto che sia in 1° posizione per il mio brand……. Danilo, mica il tuo nome è Esperto seo ? come mai ti trovi li ? lo trovi naturale ? io non credo. Credo che sia giusto che in quella posizione ci sia davvero il miglior esperto seo, non che tu non lo sia, lunge da me questo pensiero non offenderti, ma tra le migliaia di esperti seo che esistono al mondo credo che quella posizione non ti appartenga, debba appartenere ad un sito informativo che dica cosa fa un esp. seo, chi sono gli esperti e cose del genere che sia utile insomma. Ho detto questo esempio giusto per farvi riflettere sul fatto che io non potrò mai essere naturale se ho una keyword nel dominio, comunque essa sia, e che dunque probabilmente se ho sempre bisogno di fare operazioni sul mio sito a livello di backlink non è perchè gli altri fanno questo e quello o perchè google ha cambiato algoritmo, è semplicemente per il fatto che la NON naturalezza non è partita dai tuoi backlink, ma dal tuo dominio. Ho posizionato siti anni fa che hanno superato panda pinguin orsi bruni fenicotteri e orsacchiotti…….. e sono sempre li e ti posso giurare che non ci lavoro da anni.
un saluto a tutti nessuno si offenda Roberto
roberto
Ti devo chiedere scusa Danilo, ho parlato senza conoscere le cose, non ero mai entrato nel sito esperto seo e solo ora noto che la tua società si chiama esperto seo srl, dunque scusa , ma quel posto è logico che sia tuo. un saluto Roberto
Danilo Petrozzi
Caspita Michele, un commentone 😀
Concordo sul fatto che un profilo di link che contiene molte directory/comunicati non può essere definito naturale di per sé, però se Google incominciasse realmente a penalizzare questo tipo di link crollerebbe il 95% del mercato SEO (e di conseguenza anche AdWords 😉 Ecco perché Google ci va piano con queste cose).
Sul fatto della complessità di Penguin mi trovi pienamente d’accordo. Il caso studio di cui ho parlato nel post, tralaltro, ancora non si è risolto (tre ore fa ho fatto la prima richiesta di riconsiderazione a Google). Non mi era mai successo un caso così particolare: sembra a tutti gli effetti una penalizzazione derivante da anchor text troppo manipolati (anche se, per tentare di risolvere, ho tentato di fare altri link molto neutrali per compensare, ma sembra che non sia servito a nulla). Oggi ho fatto la richiesta, se dovessi ricevere una risposta interessante da Google, forse ci faremo un altro articolo!
ps. sul fatto del settore merceologico sono anche qui d’accordissimo: ho trovato personalmente dei settori estremamente lenti nel muoversi e “aggiornarsi” (anche se competitivi) mentre altri molto ma molto veloci (con la stessa competitività). Per essere precisi, nel caso studio che ho citato, il settore sembra estremamente lento (la SERP è identica da due mesi (nonostante grandi attività SEO anche dei competitor)).
Vedremo 😀
www.libro-seo.it
Emanuele ottimo articolo, ultimamente stò monitorando da tempo la percentuale dei “link” oltre alla differenziazione per capire anche il peso dato dai link a Google. Per test o altro sempre a disposizione.
Ciao a tutti
Marco
seocolli
Articolo abbastanza lungo ma che non fa stancare chi lo legge quindi complimenti a Danilo. Naturalmente ci sarebbero altri fattori da mettere in gioco e quel 60% non è legge: se dovessi aggiungere qualcosa direi che va anche “pesato” il link dofollow-nofollow oltre al fatto di non linkare sempre e solo la stessa pagina. Ci sta che non venga scritto tutto come giustamente dice Danilo “sei un nostro potenziale competitor nel mercato SEO!”. Mi permetto di aggiungere anche che le tecniche di ancoraggio dipendono anche dal settore in esame e dalla competività. Naturalmente non ci sono regole assolute scritte ma studi, analisi che portano a delle considerazioni personali anche perchè ognuno è libero di credere e applicare le proprie regole perchè alla fine alla lunga vale sempre e solo il risultato. A tutto c’è un perchè e magari ancorare parole come “gesù” o “dio” avranno anche un SEO significato oltre quello cristiano… :D.
L’importante è sempre avere la padronanza del giocattolo, la consapevolezza di ciò che si sta facendo e il “planning a 360°” sotto controllo in maniera tale da poter capire cosa e come cambiarla in qualunque momento stando molto attenti al transition rank. Per il resto mi baso su tecniche di posizionamento ben diverse dalla norma e mi riconosco totalmente in questa frase di Emanuele che copio per l’occasione “io ragiono da solo senza tirare in ballo nessuno, semplicemente perchè tutti mi attaccherebbero, visto che il mio pensiero è del tutto opposto a quanto scritto in qualunque CAZZO di linea guida di Google o in qualunque MERDA di codice etico.”.
Emanuele Tolomei
Grazie per il contributo carissimo. Felice di sapere che la SEO sfera non è cosparsa di puri coglioni, ma anche di lupi solitari che ogni tanto fanno capolino, nonostante, come nel tuo caso, non hanno nulla da dimostrare 🙂
seocolli
Ciao Emanuele…. da lupo solitario si riesce a navigare nelle serp oscure e osservare meglio tutto e tutti. Si sporge appena il capo oltre un riparo per guardare qualcosa o qualcuno, possibilmente senza essere notati: perdi di branding ma riesci a distruggere altre tappe fondamentali. Siamo ricercatori… ma pochi riescono a percepirlo.
Mi permetto di intromettermi sul post di Danilo circa la serp per “Consulente SEO Roma” e “Consulente SEO”, l’output di ricerca dipende anche da dove la ricerca stessa viene fatta. Se fai una ricerca da Palermo (google geocalizzato) la serp è diversa rispetto a Roma. Naturalmente se proxy (no google geocalizzato) la serp cambia nuovamente.
Piccola correzione rispetto a quanto scritto da Danilo “Noi, invece, siamo 9° per “Consulente SEO” senza avere la key nel title”….. la key è presente nel titolo ma naturalmente non è questo che porta li il sito in quella posizione.
Danilo Petrozzi
Faccio solo una piccola precisazione: quando ho scritto l’articolo e ho detto che eravamo 9°, non c’era “Consulente” nel title di EspertoSEO (è arrivato qualche settimana dopo e infatti abbiamo acquistato un pò di posizioni).
Quando eravamo 9° il title era “Esperto SEO – Ottimizzazione di siti per i motori di ricerca” e la parola consulente non era presente neanche nel content 😉
Un saluto!
seocolli
Danilo figurati…. mi sono permesso di segnalare la piccola correzione per chi magari leggeva e poi riscontrava un qualcosa di diverso in serp. Immaginavo fosse stato cambiato dopo….;) , non avrebbe avuto senso da parte tua scrivere una qualcosa non vera tra l’altro facilmente riscontrabile. Naturalmente sai che inserendo “consulente” è stato come mettere la ciliegina…. ma l’importante è la torta. Ciao!